Carlos Ruiz Zafón – Libri
Il cuore, come se sapesse qualcosa che io ignoravo, mi batteva nelle tempie all’impazzata.
Il cuore, come se sapesse qualcosa che io ignoravo, mi batteva nelle tempie all’impazzata.
Ma infine, un po’ più calma, si sorprese a sorridere. Se non altro lo aveva fatto: si era ribellata e gli aveva detto in faccia quello che pensava.
Si cresce tacendo, chiudendo gli occhi ogni tanto, si cresce sentendo d’improvviso molta distanza da tutte le persone.
“Molte miglia ci separano”, disse Legolas guardando lontano e facendosi ombra agli occhi con la mano. “Vedo un’oscurità in cui si muovono delle figure, grandi figure lontane sulla riva del fiume; ma che cosa siano non saprei dire. Non sono nubi o foschie a ostruirmi la vista: vi è come un velo d’ombra, steso sulla campagna da qualche strana potenza, che discende lentamente il corso del fiume. Si direbbe che il crepuscolo stia scivolando giù dai colli sotto innumerevoli alberi”.
“… E mi ritrovo ancora qui,a parlare al cielo.Ha le braccia grandie il sorriso che sa di scintille.È vestito di tutto punto,è vestito di stelle.Fa paura questo giganteche mi accarezza la testa,che mi guarda vivere e non dice niente.E vorrei contarle le sue stelle,per conoscerlo meglio,per scoprirlo amico.Ma le stelle quante sono?
“Non mi sembra giusto”. Si strinse nelle spalle, i suoi occhi però erano sempre intensi.Abbozzai una risata, ma non ero divertita. “Non te l’hanno ancora detto? La vita non è giusta”.
Ora io già lo so che tutti diranno che non è giusto, ma io invece dico che è giusto. Infatti io credo che gli uomini non sono tutti uguali, ci sono i belli, i brutti, gli alti, i bassi, gli intelligenti e i scemi. Così ci sono pure i popoli diversi.