Cavolata Velia – Stati d’Animo
L’ipocrisia si veste sempre di un finto sorriso e di un abbraccio vuoto senza anima.
L’ipocrisia si veste sempre di un finto sorriso e di un abbraccio vuoto senza anima.
Io per chi non merita, col cavolo che ci sono!
Faccio opera di nascondimento e di diminuzione. Una matematica che mi sottrae, ripartendomi le logiche. Quando mi sono ritrovata a moltiplicare le basi della mia realtà per le altezze dei miei sogni e il risultato è stato dividermi per due, tra ciò che restava dell’infranto e ciò che mi lasciava definitivamente. Geometrie che perdevano la mia stessa figura su piani irregolari, e solidi a costruire palizzate insormontabili. Non mi piace chiedere. Non oso chiedere. Ricerco parole che mi facciano perimetro di protezione e recinti spinati per non far entrare più nessuno. Mi affronto a testa bassa come se mi giungessi da fuori e ci fosse da temere. Divento preda. Sono arma. Mi sarei salvata se non avessi sparato. Non è come penso. È come sento.
Nella mia vita ho sempre accettato tutto, nel bene e nel male, ma una cosa non ho mai digerito: la gente che si fa vedere solo quando fa comodo, o meglio quando sono presente, tanto per salvare la faccia. Beh, di quelle persone ne faccio volentieri a meno e possono andare pure a fanculo senza ritorno.
Non rimpiango il passato, bensì il tempo passato con le persone sbagliate.
E dietro quel sorriso nascondevo tante cose, troppe, e nessuno le vedeva.
Non è ciò che vedi ma ciò che provi quello che conta.