Cesare Pavese – Comportamento
Perché, quando si è sbagliato, si dice “un’altra volta saprò come fare”, quando si dovrebbe dire: “un’altra volta so già come farò”?
Perché, quando si è sbagliato, si dice “un’altra volta saprò come fare”, quando si dovrebbe dire: “un’altra volta so già come farò”?
O si ripetono le solite dottrine convenzionali che tutti predicano, oppure si può scegliere di dire qualcosa di vero, e suonerà come se fosse proveniente da Nettuno.
Conoscerti è stato bello. Conoscerti meglio, un po’ meno.
Ma smettiamola di giudicare gli errori degli altri e iniziamo a guardare i nostri di peccati. Un esame alla propria coscienza non è reato, ma segno d’intelligenza, quella che manca a chi giudica senza nemmeno sapere.
Non c’è mai tempo per aiutare qualcuno, ma per criticare sempre.
Il signore ci ha reso più facile il chiudere la bocca che il gesto di tapparci le orecchie, forse per farci capire che è meglio parlare il giusto che non doversi tappare le orecchie per non sentire chi parla troppo, oggi purtroppo vediamo più mani che cercano di tapparsi le orecchie che bocche che tacciono.
L’intimità è fugace e illusoria come un miraggio.