Charles Bukowski – Ipse dixit
I grandi uomini sono i più soli.
I grandi uomini sono i più soli.
Può darsi che sia uno stupido, ma non mi piace essere crudele.
Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso.
Sarei dovuto diventare un grande filosofo, avrei detto a tutti quanto eravamo sciocchi, a stare…
Presi la bottiglia e andai in camera mia. Mi spogliai, tenni le mutande e andai a letto. Era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scrittura, scultura, composizione, direzione d’orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d’azzardo, alcool, ozio, gelato di yogurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente. La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta. Io l’avevo fatta da un pezzo, la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano il fatto loro.
Se Dio ha fatto davvero qualcosa di buono, quella cosa è l’America.
No, non capiscono. Vivono senza capire.