Charles Bukowski – Tempi Moderni
Credo che non viaggerò mai più. Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.
Credo che non viaggerò mai più. Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.
Siamo pieni di giornali per adulti che andrebbero guardati con gli occhi dei bambini.
Quelli che fanno delle antitesi forzando le parole sono come quelli che fanno false finestre per la simmetria: la loro regola non è di parlare giusto, ma di comporre figure retoriche giuste.
È lo scrivere che sceglie te, non tu che scegli lo scrivere.
Come in una specie di “caos ordinato”, viviamo in maniera spesso individualistica, ognuno nella propria direzione, ognuno a testa bassa immerso nei propri guai; eppure la nostra individualità che sembra per noi la totalità delle cose è solo un piccolo tassello del macrocosmo che ci circonda. Talvolta sarebbe bello, poter imparare ad ascoltare i silenzi o le parole di chi ci sta accanto, magari si riuscirebbe sempre più a viaggiare in un’unica direzione per le strade della vita.
È meglio essere imperfetti, in un mondo imperfetto.
Essere in vetta al fenomeno della carne non ci autorizza a brutalizzare gli animali, ravvisando in molti di loro solo del cibo. Questo pensiero malsano incide sui destini dell’uomo, preparando la generazione di esseri che vedranno in noi solo del cibo. Sintomi ravvisabili già esistono: c’è già chi ci considera merce per fare denaro.