Charles Bukowski – Tristezza
La vera solitudine non è necessariamente limitata a quando si è soli.
La vera solitudine non è necessariamente limitata a quando si è soli.
Sinceramente non lo so. No proprio. Troppa confusione adesso. Ma credo fermamente, lo sento dentro che qualcosa di buono siamo stati io e te. Insieme. Qualcosa di pulito ti avrò lasciato, dentro. Qualcosa che ancora ti scuote. Che ti fa tremare. Malinconia? Tristezza? Non so. Spero che ancora qualcosa di me ti sia rimasto “addosso”.
Mi sento così a terra che ormai anche la mia ombra ha cominciato a calpestarmi senza nemmeno un briciolo di pietà.
Non si può comprendere ciò che non si vive direttamente. In questo senso, chi non ha ancora vissuto un dolore dovuto alla perdita di una persona cara e importante, può solo teorizzare, immaginare. Capisci che non comprende quando inizia a pretendere reazioni e comportamenti impossibili a chi sta attraversando un grande dolore e, nel peggiore dei casi, quando arriva a prendere in giro la sua sofferenza, il suo aver bisogno di tempo, di stare solo, di fare ciò che gli sembra giusto in quel momento così difficile.
La “solitudine” è una strada notturna, costellata di stelle cadenti.Loneliness is a nocturnal way sprangled of fallen stars.
Ovviamente é possibile amare un essere umano, se non lo si conosce abbastanza bene.
Povera cara: hai scoperto che pensare significa soffrire, che essere intelligenti significa essere infelici. Peccato che ti sia sfuggito un terzo punto fondamentale: il dolore è il sale della vita e senza di esso non saremmo umani.