Che Guevara (Ernesto Che Guevara de la Serna) – Poesia
Quando saprai che sono morto di sillabe strane.Pronuncia fiore, ape, lacrima, pane, tempesta.
Quando saprai che sono morto di sillabe strane.Pronuncia fiore, ape, lacrima, pane, tempesta.
Questa notte non ho voglia di poesia, ma del morso di un serpente che mi desti dal torpore di questa canzone finita.
Di questo potrei parlare all’infinito, ma odio Leopardi e tutti i poeti da pelliccia.
La poesia è un’emozione, una malinconia, una rabbia che brucia dalla voglia di diventare universale!
Guardo pastelli per pensare. Scrivo colori per urlare.
Il poeta vive nel mondo “reale”. Lo si teme perché mette l’uomo col naso nelle sue caccole. L’idealismo umano cede di fronte alla sua probità, alla sua inattualità (la vera attualità), al suo realismo che la gente considera pessimismo, al suo ordine che chiama anarchia. Il poeta è antiprotocollare. Si è creduto per molto tempo che fosse il capo del protocollo della inesattezza. Il giorno in cui il pubblico ha capito quello che era veramente, lo ha temuto.
La poesia non cerca seguaci, cerca amanti.