Chitra Banerjee Divakaruni – Vita
Quando si ha il cuore indurito dal proprio dolore, è facile restare indifferenti a quello altrui.
Quando si ha il cuore indurito dal proprio dolore, è facile restare indifferenti a quello altrui.
Vago, perso e misero, ricercatore di semplici aspetti ormai svaniti. Ricerca disperata la mia, vorrei un senso, vorrei vedere attraverso questo esistere, i volti… attraverso i quali sguardi riluce la semplicità di un’azione, che magari non ha motivazione di estraniarsi dal bene. Ricerco il mio essere uomo tra questi cocci di speranze, trovando solo maschere che in questa vita illusoria si affinano in anime che credono il loro agire sia giusto, eppure, il contorno, parla solo e in ogni occasione dell’Amore. Lo narra l’uccelletto che dinanzi all’alba gli dedica il suo melodioso canto, come il proclamare della rinascita in tutte le forme viventi, il loro moto è l’amore… non hanno pigrizie, il mare mai ferma il suo ondeggiare, mentre il giorno e la notte s’inseguono in un dolce conseguire. Noi in tutto questo che rappresentiamo? Chi siamo noi? Gli esseri eletti di Dio, i proclamatori di che cosa? Non abbiamo più passato, non abbiamo più nome, crediamo ma forse in realtà non siamo mai esistiti, perché in quella fede noi non figuriamo! Perché in Dio più non confidiamo.
Ci sono persone che si sentono offese da quando ho iniziato a vivere la mia vita. Mi chiedo scusa per aver trascurato me stessa; spero di riuscire a perdonarmi.
Riempire la propria vita, non sempre significa arricchirla.
Io non conosco verità assolute, ma sono umile di fronte alla mia ignoranza: in ciò è il mio onore e la mia ricompensa.
Data l’esperienza di ieri correggerò gli errori di oggi, per non ripeterli domani.
Quando vi rendete conto di non essere adatti a vivere in questo mondo, è necessario comprendere che forse sono gli altri che osservate ad aver stravolto il mondo che li ha ospitati.