Cinella Micciani – Stati d’Animo
La purezza di un sentimento non la puoi vedere né toccare, ma quando c’è la senti vibrare nel cuore!
La purezza di un sentimento non la puoi vedere né toccare, ma quando c’è la senti vibrare nel cuore!
Non ti curar se fuori piove, l’importante è che ci sia il sole dentro te.
Quando due occhi ti guardano così, dimentichi tutto e vorresti solo annegarci dentro, ma se quella luce si è spenta per sempre e quegli occhi restano chiusi, vorresti che il buio ti avvolgesse e che anche i tuoi occhi si spegnessero. La vita è bella, è la morte che la rende orribile.
Guardavo le foglie ancora Verdi, legate al ramo e mi tornò alla mente di quando bambino giocavo con i colori, sovrapponendo incosciente, pezzi di vetro rotti, poi d’incanto, Giallo e Celeste messi insieme mi regalarono il Verde, il colore della natura. Fantasticai così che Giallo e Celeste, fossero l’uno il colore del corpo, l’altro quello dell’anima… perché come la foglia Verde che ancora ha la forza di legarsi al ramo, diviene Gialla e muore, come un corpo senza forza che abbandonato al vento, torna ad essere polvere, quando la sua anima Azzurra, impercettibile, si distacca, volando via dal Verde, facendo rimanere solamente il Giallo…
Mi piacerebbe seguire il tragitto dei pensieri delle persone, mettere da parte la scettica immaginazione, perdermi in un’utopica certezza e poter dire addio ai pregiudizi.
Tu non mi tocchi con l’anima, è stato questo il mio sbaglio:non dare la giusta importanza a questa cosa.Tu mi tocchi con la pelle, col tuo esistere e importi. Tu mi guardi e mi tocchi perché io sono altro da te, non perché io sono me. Potresti sostituirmi e sarebbe uguale, per te, e sarebbe meglio per me. Quindi me ne vado. Me ne vado da sola, ché sola sono e sola ero, ma non lo capivo e se lo capivo non lo accettavo e giustificavo me e salvavo te. Me ne vado e non so dove e non m’importa e si vedrà. Vedrò cieli stranieri forse scuri forse chiari, annuserò l’aria di altri luoghi e di altri occhi, sarà aria leggera, sarà aria pulita. Gusterò fame e silenzio, mi vestirò di freddo, paura e solitudine, ma sarà la solitudine dell’esser soli e non quella crudele dell’essere in più. I piedi assaggeranno terra sconosciuta, le gambe si stancheranno sulle salite e riposeranno lasciandomi cadere su spiagge lunghe. Raserò i miei capelli e attenderò la rigenerazione del corpo: voglio cellule nuove che non ti conoscano. Ho bisogno di sentirmi libera dai ricordi, affrancata da ogni schiavitù. Passeranno ore giorni settimane mesi, poi un’alba dorata indiscreta mi verrà a cercare, i raggi del sole mi solleticheranno il viso e un soffio di vento mi sussurrerà: è il Giorno, quello che attendevi, sei nuova!
E non distinguere carezze da schiaffi e scansarsi in entrambi i casi. E donare carezze vissute come schiaffi. E farsi schiaffeggiare pur di farsi toccare.