Cinzia Nateri – Stati d’Animo
Non è importante piacere, ma lo è piacersi!
Non è importante piacere, ma lo è piacersi!
Le mie sono riflessioni occasionali e superflue. Mi secca addirittura proporle. Ma esse non tolgono nulla al valore dell’uomo; né migliorano l’espressione del suo corpo. Ma in realtà niente altera niente, e ciò che diciamo o facciamo sfiora soltanto la cima dei monti nelle cui valli dormono le cose.
La mattina dopo si svegliò ancora completamente vestita e fuori dalle lenzuola. Stava ricadendo nelle vecchie abitudini: i pensieri positivi delle settimane precedenti si stavano erodendo giorno dopo giorno. Era così stancante, questo cercare di essere sempre allegra, e lei era a corto di energie.
Il cercare, non so nemmeno io cosa. Ma è questo cercare che non mi fa mai vedere la fine. E questo mi piace da morire.
L’abbraccio unisce due mondi diversi e li veste con gli abiti del silenzio.
Alle fine ti stanchi di tutto, di andare avanti, di mostrare il solito sorriso finto. Arrivi al punto in cui ti stanchi anche di amare perché ormai nemmeno l’amore ti dà più la forza di resistere ed è lì il momento in cui gettare la spugna e arrendersi.
Dell’insenatura tra i monti mi piace la nebbia bassa, come pianto per il sangue dei tramonti feriti che spargono il rosso al colpire delle lame di cielo stanco. Scurisce sul declivio del sole dall’aspetto dei guerrieri vinti. Il mio cuore aveva i raggi.
Le mie sono riflessioni occasionali e superflue. Mi secca addirittura proporle. Ma esse non tolgono nulla al valore dell’uomo; né migliorano l’espressione del suo corpo. Ma in realtà niente altera niente, e ciò che diciamo o facciamo sfiora soltanto la cima dei monti nelle cui valli dormono le cose.
La mattina dopo si svegliò ancora completamente vestita e fuori dalle lenzuola. Stava ricadendo nelle vecchie abitudini: i pensieri positivi delle settimane precedenti si stavano erodendo giorno dopo giorno. Era così stancante, questo cercare di essere sempre allegra, e lei era a corto di energie.
Il cercare, non so nemmeno io cosa. Ma è questo cercare che non mi fa mai vedere la fine. E questo mi piace da morire.
L’abbraccio unisce due mondi diversi e li veste con gli abiti del silenzio.
Alle fine ti stanchi di tutto, di andare avanti, di mostrare il solito sorriso finto. Arrivi al punto in cui ti stanchi anche di amare perché ormai nemmeno l’amore ti dà più la forza di resistere ed è lì il momento in cui gettare la spugna e arrendersi.
Dell’insenatura tra i monti mi piace la nebbia bassa, come pianto per il sangue dei tramonti feriti che spargono il rosso al colpire delle lame di cielo stanco. Scurisce sul declivio del sole dall’aspetto dei guerrieri vinti. Il mio cuore aveva i raggi.
Le mie sono riflessioni occasionali e superflue. Mi secca addirittura proporle. Ma esse non tolgono nulla al valore dell’uomo; né migliorano l’espressione del suo corpo. Ma in realtà niente altera niente, e ciò che diciamo o facciamo sfiora soltanto la cima dei monti nelle cui valli dormono le cose.
La mattina dopo si svegliò ancora completamente vestita e fuori dalle lenzuola. Stava ricadendo nelle vecchie abitudini: i pensieri positivi delle settimane precedenti si stavano erodendo giorno dopo giorno. Era così stancante, questo cercare di essere sempre allegra, e lei era a corto di energie.
Il cercare, non so nemmeno io cosa. Ma è questo cercare che non mi fa mai vedere la fine. E questo mi piace da morire.
L’abbraccio unisce due mondi diversi e li veste con gli abiti del silenzio.
Alle fine ti stanchi di tutto, di andare avanti, di mostrare il solito sorriso finto. Arrivi al punto in cui ti stanchi anche di amare perché ormai nemmeno l’amore ti dà più la forza di resistere ed è lì il momento in cui gettare la spugna e arrendersi.
Dell’insenatura tra i monti mi piace la nebbia bassa, come pianto per il sangue dei tramonti feriti che spargono il rosso al colpire delle lame di cielo stanco. Scurisce sul declivio del sole dall’aspetto dei guerrieri vinti. Il mio cuore aveva i raggi.