Claudia Marangoni – Sogno
Ero solo una ragazzina, ma sognavo il mondo.
Ero solo una ragazzina, ma sognavo il mondo.
Quali sogni ho sognato? Ero un uomo che sognava di essere un Dio, ero un Dio che sognava di essere un uomo. Ho conosciuto la passione, ho conosciuto la separazione, ho conosciuto le stelle, ho conosciuto il fallimento, ho conosciuto il dolore, ho conosciuto la guerra, e ho conosciuto la fine di tutte le cose. Ma vado avanti, anche se ho la morte nel cuore e senza lei non sono più niente e nulla ha più senso.
Sono poche le cose davvero importanti e indimenticabili della vita e tu mi ricordi sempre perché vale la pena ridere.
Quando era pronto per il suo ennesimo dipinto, tutto per lui diveniva rituale, la scelta dei pennelli, dei colori, e della tela, perché sapeva bene che nel suo lavoro come nella vita, sono i particolari che fanno la differenza. I suoi colori, erano caldi e sapevano toccare le corde del cuore di chi avrebbe visto quelle opere, del resto come tutti gli artisti mirava a raggiungere l’anima delle persone.
Se si potesse scrivere sulle avvertenze del manuale d’uso dei sogni, scriverei: “Usare con cautela, nuociono gravemente alla realtà, da somministrare al di sopra degli ottant’anni e agitarsi bene dopo averli assunti”.
Ogni notte il mondo reale si inginocchia a quello che ognuno di noi crea…
Non sempre ciò si sogniamo c’è lo ricordiamo e se c’è lo ricordiamo spesso diventa una speranza mancata. Io penso che che la speranza è quell’impulso necessario a finché i nostri desideri e i nostri progetti si avverino, è naturalmente per avviarli c’è bisogno di un motore cioè la nostra speranza la nostra volontà! Che è capace di farci vedere tutto perfetto quando il mondo è nero, dandoci così la forza di andare avanti e aggiustare le cose. Ma poi non si dice che: la speranza è l’ultima a morire?