Ci sono due occhi che vomitano lacrime, un mascara nero che sporca il viso ed un maledetto biglietto stropicciato per il tempo e la stanchezza. Dietro ad un filo di un telefono c’è un mare di lacrime. Usami, come non hai fatto con nessun’altra; usa le mie mani, le mie carezze, le mie emozioni, i miei “Ti voglio bene” detti di corsa. Usa tutto ciò che di me hai nelle mani. E non preoccuparti di tutto ciò che distruggi, tanto è mio.
Disperazione che stagna, come un treno che non partirà mai.
Il dolore peggiore è dato dalle lacrime non versate…
La solitudine mi ha fatto doppia perché io non fossi più mancante dell’altro. È attraverso l’altra voce dentro me che mi faccio compagnia: scissa, ma unita; rotta, ma intera; una, ma non una.
La tristezza e la solitudine uccidono più delle persone, dell’amore.
L’amore fa soffrire, allora perché lo inseguo?
Troppe sono le persone che parlano con bocca, poche quelle che lo fanno con gli occhi, in silenzio.