Costantino Rozzi – Sport
Io mi sento giocatore, perché lotto pure io con gli arbitri, tra me e Mazzone sembra una guerra. Ma ci sentiamo pure noi incitati da queste canzoni, da questo gridare, da questo sventolare di bandiere.
Io mi sento giocatore, perché lotto pure io con gli arbitri, tra me e Mazzone sembra una guerra. Ma ci sentiamo pure noi incitati da queste canzoni, da questo gridare, da questo sventolare di bandiere.
Lo sport è un ambiente in cui tutto è più facile, sia per le donne che per la gente di colore. Nella vita normale è piuttosto difficile.
Giocare a calcio per me significa felicità.
Le uniche lacrime che mi hanno angosciato nella vita sono quelle degli operai, dei disoccupati e dei disperati. Le lacrime dei giocatori rattristano gli idioti.
Perché recitare, fingere di essere quello che non sono non fa parte del mio sangue, io sono quello che la gente vede, senza filtri né maschere. Perché lo so bene che nella vita, come nel calcio, i palloni gonfiati fanno poca strada.
Bisogna riconoscere le proprie capacità ed i propri limiti per poter riuscire nella vita.
Marcare a uomo? Non dirò mai a un mio calciatore di giocare solo per controllare un avversario.