Costantino Rozzi – Sport
Io mi sento giocatore, perché lotto pure io con gli arbitri, tra me e Mazzone sembra una guerra. Ma ci sentiamo pure noi incitati da queste canzoni, da questo gridare, da questo sventolare di bandiere.
Io mi sento giocatore, perché lotto pure io con gli arbitri, tra me e Mazzone sembra una guerra. Ma ci sentiamo pure noi incitati da queste canzoni, da questo gridare, da questo sventolare di bandiere.
Una volta dissi che il Q.I. di Gazza [Paul Gascoigne] era inferiore al suo numero di maglia e lui mi chiese: “Che cos’è un Q.I.?”
Scendete in campo e sparpagliatevi.
C’è la squadra del cuore. Io tifo per quella. A volte vince, molto spesso perde. Cosa vuoi farci, non è il gioco, è la vita. Nella squadra del mio cuore non ci sono undici giocatori, più le riserve, no. Il mio “cuore” è una grande squadra di emozioni, di sensazioni, di ricordi, di speranze e di sogni. Anche lui lotta e combatte, ma non gioca. Lui ama, soffre. E qualche volta piange. Io tifo per lui perché un giorno possa urlare al mondo “ho vinto”.
Per la mia carriera devo ringraziare i miei genitori specialmente mio padre e mia madre.
Guidare è un piacere, pilotare è un’arte.
Se l’Everton giocasse nel giardino sotto casa chiuderei le tende.