Dacia Maraini – Libri
Scrivere è come correre da un innamorato e l’innamorato è il racconto, il romanzo.
Scrivere è come correre da un innamorato e l’innamorato è il racconto, il romanzo.
Step sente un brivido caldo per tutto il corpo, trema leggermente. Poi scende dalla moto e si mette a passeggiare. Qualcosa di un negozio gli piace. Entra a comprarla. Quando esce, si sente morire. Una Thema passa veloce davanti a lui. Ma non così veloce perché i loro sguardi non possano incontrarsi. In quell’attimo si parlano di tutto, soffrono di molto, questa volta di nuovo insieme. Babi è lì, dietro quel vetro elettrico. Si inseguono ancora un po’ con i loro vecchi ricordi, con una nuova tristezza. Perché? Dove sono finiti tutti quei pomeriggi, quelle notti clandestine quando i suoi erano fuori. E ora vicino a lei c’è quello. Chi c***o è? Che c’entra nella sua vita? Nella nostra vita? Perché? Si siede sulla moto. L’avrebbe aspettato. Poi gli viene in mente tutto quello che gli ha sempre detto Babi.
Meglio regnare all’Inferno, che servire in Paradiso.
E se anche fare due volte lo stesso sogno è impossibile, io mi ricorderò del nostro. Per sempre.
Rimpiangere le proprie esperienze significa arrestare il proprio sviluppo. Rimpiangere le proprie esperienze significa porre una menzogna sulle labbra della propria vita. È quasi come negare l’esistenza dell’anima.
Spesso ripercorro mentalmente quell’anno, lo riporto in vita e mi rendo conto di provare immancabilmente uno strano sentimento, fatto di dolore e di gioia. In certi momenti vorrei tornare indietro nel tempo per spazzare via tutta la tristezza, ma ho la sensazione che, se lo facessi, se ne andrebbe anche la gioia. Così prendo i ricordi come vengono, accettandoli in toto, lasciando che mi guidino tutte le volte che si affacciano alla memoria.
Tuttavia ognuno di noi, indipendentemente dalle proprie capacità, almeno una volta in vita sua avrà fatto o detto cose molto al di sopra della sua natura e condizione, e se costui noi lo potessimo far emergere dal quotidiano spento in cui va perdendo i contorni, oppure se egli stesso, con un atto di violenza si tirasse fuori da reti e prigioni, quante meravigliose cose sarebbe capace di fare, quali profonde conoscenze saprebbe comunicare, perché ciascuno di noi conosce infinitamente di più di quanto creda e ciascuno degli altri infinitamente di più di quanto noi accettiamo di riconoscere in loro.