Dacia Maraini – Matrimonio
Lei: “Perché la sposi?”Lui: “Così. Non lo so nemmeno io”Lei: “Quando ti sposi?”Lui: “In aprile. Dovremo lasciarci sai?Lei: “Me l’hai già detto”Lui: “Ma se poi avessi ancora voglia di te?”Lei: “Non so che farci”
Lei: “Perché la sposi?”Lui: “Così. Non lo so nemmeno io”Lei: “Quando ti sposi?”Lui: “In aprile. Dovremo lasciarci sai?Lei: “Me l’hai già detto”Lui: “Ma se poi avessi ancora voglia di te?”Lei: “Non so che farci”
La parola amore comincia comincia con la – a – e finisce con la e, la parola matrimonio comincia con la – m – ma spesso finisce non con la – o – ma con la – d – di divorzio.
La parola più ragionevole che sia stata detta sul celibato e sul matrimonio è questa: qualunque cosa farai, te ne pentirai.
Vorrei che il tuo odore fosse il profumo di casa mia.
Sposare contiene il verbo osare. Non è un caso.
Il valore del matrimonio non è che gli adulti producono bambini, ma è che i bambini producono adulti.
È curioso: nel gioco del matrimonio (un gioco che, per inciso, sta passando di moda) le mogli detengono tutti gli onori e invariabilmente perdono ogni singola malia.