Dan Gillmor – Libri
I miei lettori, collettivamente, ne sanno più di me.
I miei lettori, collettivamente, ne sanno più di me.
Il mondo va sempre avanti con o senza di noi e tutti ci adattiamo in un tempo brevissimo alle situazioni più inimmaginabili, agli abbandoni, ai lutti e alle catastrofi. E forse, più rimaniamo elastici meno rischiamo di farci spezzare dal dolore.
Vedi, molti mi considerano forte e sereno, come se non accettassero che aiutando gli altri io abbia bisogno di aiuto. Sapessero quante volte piango e mi dispero; lo sanno i miei figli, che talora mi consolano e mi abbracciano per darmi coraggio. E a volte sono io a stringere la loro debolezza e il loro dolore. Un abbraccio vale di più di una terapia sul dolore e di un trattamento di psicologia scritto da sapienti che spesso non sono padri e consigliano ai padri cosa fare.
Siamo geneticamente programmati per nutrirci, vivere in un mondo libero e per innamorarci di personaggi di carta e inchiostro.
Un fatto è disapprovare le idee politiche di uno scrittore; altra cosa, non necessariamente incompatibile con la prima, è disapprovare “lui” perché ti costringe a pensare.
Siamo portati ad interpretare le cose in base ai nostri desideri, e non secondo la loro reale portata.
Le parole ci tradiscono, non riescono mai a trasmettere assolutamente quello che vogliamo dire. Ma anche noi le tradiamo, dovremmo riuscire a dire quello che dobbiamo dire.