Daniele De Patre – Religione
Coraggio quando avrò paura, forza quando sarò debole, serenità quando sarò preoccupato, gioia quando sarò triste, speranza quando resterò deluso, luce quando ci sarà il buio. Signore, confido in te.
Coraggio quando avrò paura, forza quando sarò debole, serenità quando sarò preoccupato, gioia quando sarò triste, speranza quando resterò deluso, luce quando ci sarà il buio. Signore, confido in te.
Errare è umano, pentirsi è divino, perseverare nel pentirsi è cattolico!
La barbarie non trova spazio nel costituendo regno dei cieli.
Libera o Signore dalle catene, coloro che credono di essere liberi.
Quel che Dio è per l’uomo, l’uomo lo è per il cane.
In Persia, le sue uniche altre uscite avevano portato la donna inglese a un teatro coperto dove si mettevano in scena solo rappresentazioni religiose. Durante il primo inverno aveva assistito a una di queste storie sacre. Alcuni cammelli fungevano da cavalleria per le schiere celesti, un ragazzo coperto da un velo faceva la parte di una fanciulla morente, e l’arcangelo Gabriele sembrava un cortigiano, tutto coperto di lustrini com’era. Ma guardando quello spettacolo pacchiano dalla galleria soffocante proprio sopra il palcoscenico aveva provato una sensazione curiosa: era stato come entrare nel sogno di qualcun altro. I simboli appartenevano a una religione diversa, la la trama era perfettamente familiare. I personaggi erano sconosciuti, ma la storia era la stessa. Era la vecchia storia di sacrificio e risurrezione, l’infinita storia d’amore del mondo.
L’arte e la religione sono, dopo tutto, due strade attraverso le quali gli uomini fuggono dalla realtà concreta nel desiderio dell’estasi.