Davide Capelli – Sogno
Non si è morti finché si sogna e finito un sogno ce n’è un altro pronto e un altro ancora e così via per l’eternità.
Non si è morti finché si sogna e finito un sogno ce n’è un altro pronto e un altro ancora e così via per l’eternità.
I nostri sogni, spesso, seguono i preordinati sentieri culturali di ognuno. È anche pur vero, però, che talvolta svicolano, rincorrendo anche certe recondite quanto anarchiche strade sconnesse, insensate e “impossibili”. Così, il sogno, non tenendo conto dei nostri giudizi morali, va a pescare direttamente nel profondo dei nostri istinti, tra i più bassi e repressi.
È l’alba. I sogni svaniscono e lasciano spazio a uno sterminato e indistinto grigio. È il momento del nulla. Le distanze tornano ad allungarsi, le reciproche contaminazioni sono ostacolate dalla coscienza trascinata in dote dall’approssimarsi del nuovo giorno.
Custodisci sempre i tuoi sogni e portali con te, ovunque vai.
Avevo in tasca un portafoglio pieno di sogni, peccato che sapevo già che la realtà me l’avrebbe scippato.
Fabbrica troppo in basso chi fabbrica al di sotto delle stelle.
C’è quel punto lontano guardando l’orizzonte, dove cielo e mare sembrano stare finalmente vicini. Divisi da una linea così sottile ed impercettibile, che quasi sembrano perdersi l’uno nell’altro. Sai che è impossibile, perché solo all’occhio umano è visibile questo spettacolo. Eppure sogni. Sogni che l’impossibile diventi finalmente realtà. Perché cielo e mare purtroppo, non si incontrano mai.