Davide Gentile – Poesia
La poesia è una cane sordo che abbaia alle campane nella sua testa.
La poesia è una cane sordo che abbaia alle campane nella sua testa.
A volte il vento racconta di destini molto tristi e di sogni infranti. Arriva sempre il momento di raccontare la morte. Non è mai il poeta che sceglie le parole, ma le parole scelgono il poeta.
La poesia è un velame di parole, che crea l’immagine di un sentimento.
Le parole che si levano da un cuore sincero sono l’incanto dell’anima, veicolo dei nostri pensieri.
Volevo, come disse Montale, che la mia parola fosse più ardente di altre, la più ricercata, la più attesa. Ma non esiste la mia parola, come non vive quella di altri. I sentimenti che vi abbattono sono sempre stati li, inattaccabili, bastava solo una personalità capace di farli volare nel silenzio dell’animo. Parole che si inoltrano nel vespiro del cuore e si confondono nella toponimia della mente. Le medesime che scagliate come il Simun respirano, ma poi come represse dalla mente si memorizzano nell’illiceità. Questa è poesia.
Cosa fa un poeta quando il mondo dorme? Ascolta il suo silenzio e si appresta a lasciar parlare l’anima!
La poesia indossa la maschera dell’identità del poeta.