Domenica Borghese – Stati d’Animo
Il caldo mi fiacca, l’estate mi stanca, chi parla invano e non fa nulla di costruttivo mi scarica la volontà.
Il caldo mi fiacca, l’estate mi stanca, chi parla invano e non fa nulla di costruttivo mi scarica la volontà.
Di cosa mi dovrei vergognare? Di aver creduto in persone e sogni che poi sono risultate essere solo belle illusioni costruite e contornate di bugie? Oppure delle lacrime versate nel momento in cui si apre bruscamente gli occhi di fronte alla realtà. No! Io non mi vergogno di questo, perché fa parte di me, sono solo stata vera, sono solo stata me stessa. Quando ho creduto, quando ho pianto e sofferto e anche quando mi sono arrabbiata regalando un sentito: “vaffanculo”!
Ho bisogno di ascoltare il mio silenzio… e sai cosa sento? La voce di Dio.
Da bambino avevo paura della notte perché pensavo fosse popolata da mostri. Crescendo ho capito che i veri mostri si nascondono nel buio che abbiamo dentro e con loro bisogna parlarci, bisogna conoscerli. Ho scoperto che non sono poi così diversi da me, che non sarebbero mai diventati mostri se mi fossi preso cura di loro. Ho scoperto che loro conoscevano me molto meglio di quanto io conoscessi loro. Ora mi tengono compagnia ma, finché li ho temuti, mi sono sentito incredibilmente solo.
Credo che alla fine sia inutile portare rancore, lo trovo ingiusto “forse più per noi stessi”. Credo che il mondo necessiti di braccia aperte per accogliere e per far andare ognuno per la propria strada. Tanto oltre chi ti cancella, oltre chi può ferirti o venir ferito, esistono i ricordi. E col tempo restano nel cuore solo e sempre quelli belli.
Si crolla, anche se si hanno vicino persone importanti, si crolla anche se il mondo ti sorride, si crolla perché non abbiamo le fondamenta per reggere.
MI sento soffocare come un perizoma di strass tra le chiappe di un ippopotamo.