Domenico Esposito Mito – Libri
Se non hai problemi, non hai bisogno di nulla, e quando non hai bisogno di nulla… perdi tutto… e… forse anche tutti.
Se non hai problemi, non hai bisogno di nulla, e quando non hai bisogno di nulla… perdi tutto… e… forse anche tutti.
Ho sempre amato queste rose. Il sultano le aveva fatte portare fin qui per me sin dalla Persia – provate a immaginare: le carovane le trasportarono imballate nel ghiaccio, attraverso tutto il deserto. Le mie rose erano più costose degli smeraldi, disse.Dubito che lei l’abbia mai saputo.
Con la psicologia si possono scrivere libri, ma non penetrare nel cuore di un uomo.
Come abbiamo potuto non sapere, per così tanto tempo, nulla di ciò che era, e tuttavia sederci alla tavola di ogni cosa e persona incontrata sul cammino? Cuori piccoli – li nutriamo di grandi illusioni, e al termine del processo camminiamo come discepoli di Emmaus, ciechi, al fianco di amici e amori che non riconosciamo – fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso. Per questo conosciamo l’avvio delle cose e poi ne riceviamo la fine, mancando sempre il loro cuore. Siamo aurora ma epilogo – perenne scoperta tardiva.
Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.
L’unico e vero maestro di vita è la vita stessa.
Uno scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine.
Ho sempre amato queste rose. Il sultano le aveva fatte portare fin qui per me sin dalla Persia – provate a immaginare: le carovane le trasportarono imballate nel ghiaccio, attraverso tutto il deserto. Le mie rose erano più costose degli smeraldi, disse.Dubito che lei l’abbia mai saputo.
Con la psicologia si possono scrivere libri, ma non penetrare nel cuore di un uomo.
Come abbiamo potuto non sapere, per così tanto tempo, nulla di ciò che era, e tuttavia sederci alla tavola di ogni cosa e persona incontrata sul cammino? Cuori piccoli – li nutriamo di grandi illusioni, e al termine del processo camminiamo come discepoli di Emmaus, ciechi, al fianco di amici e amori che non riconosciamo – fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso. Per questo conosciamo l’avvio delle cose e poi ne riceviamo la fine, mancando sempre il loro cuore. Siamo aurora ma epilogo – perenne scoperta tardiva.
Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.
L’unico e vero maestro di vita è la vita stessa.
Uno scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine.
Ho sempre amato queste rose. Il sultano le aveva fatte portare fin qui per me sin dalla Persia – provate a immaginare: le carovane le trasportarono imballate nel ghiaccio, attraverso tutto il deserto. Le mie rose erano più costose degli smeraldi, disse.Dubito che lei l’abbia mai saputo.
Con la psicologia si possono scrivere libri, ma non penetrare nel cuore di un uomo.
Come abbiamo potuto non sapere, per così tanto tempo, nulla di ciò che era, e tuttavia sederci alla tavola di ogni cosa e persona incontrata sul cammino? Cuori piccoli – li nutriamo di grandi illusioni, e al termine del processo camminiamo come discepoli di Emmaus, ciechi, al fianco di amici e amori che non riconosciamo – fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso. Per questo conosciamo l’avvio delle cose e poi ne riceviamo la fine, mancando sempre il loro cuore. Siamo aurora ma epilogo – perenne scoperta tardiva.
Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.
L’unico e vero maestro di vita è la vita stessa.
Uno scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine.