Edmund Burke – Società
La consuetudine ci riconcilia a tutto.
La consuetudine ci riconcilia a tutto.
Tutto ciò che appartiene alla storia non l’abbiamo compiuto noi.
Essere e agire, l’antitesi di apparire e rimanere a guardare.
L’Italia è la patria dei diritti per i furbi, e dei doveri per gli onesti.
Nel passato, chi ha cercato stupidamente di ottenere il potere cavalcando la tigre, ha finito per esserne divorato.
Se io fossi un guerrigliero imbraccerei un fucile, ma siccome non lo sono mi limito a imbracciare la mia pennamitraglia, tramite cui sparo le mie cartucce di fondate proteste e di giusta indignazione contro le discriminazioni e le ingiustizie di ogni sorta.
Quando parlo del non capire. Il non capire non è una prerogativa degli scemi, non è il privilegio degli idioti il non capire.È l’abbandono. Essere nell’abbandono non significa essere deficienti, significa non essere, smarrire. Non essere più in casa.Maledette le case, le famiglie, le mogli, i padri, i figli, lo stato, l’anima, Tutto quanto. Vogliamo farla finita con questa fine!?Facciamola finita con questa fine, perché la fine e il principio son la medesima cosa. Siamo sempre nell’origine, siamo sempre nel senso di colpa… siamo sempre nella parola, non ne usciremmo mai più. Questa non è prosa,non è nemmeno grazie a Dio quella merda detta poesia. Bisogna fare di se dei capolavori. Io ho trovato da molti anni da molti millenni dentro di me il deserto.E quindi sono in un deserto che parla a un altro deserto e non più, al deserto dell’altro.