Edvania Paes – Stati d’Animo
E poi ci sono quelle parole apparentemente semplici ma profonde quanto il mare di domande che mi pongo tutti i giorni.
E poi ci sono quelle parole apparentemente semplici ma profonde quanto il mare di domande che mi pongo tutti i giorni.
Le favole sono le vite che infrangono le regole. Le labbra che si incontrano in carezze che si vivono e non si replicano. Gli addii che non ti lasciano in ricordi che non muoiono ma si confondono.
Ovunque tu sarai, ovunque io sarò, non saremo mai lontani, perché condividiamo la stessa anima.
E, poi ti soffermi perdendoti in un dolce pensiero, un pensiero che spesso supera la realtà.
Siamo sempre in bilico tra la tristezza e la felicità… durante la nostra vita terrena l’accostamento ad esperienze vissute è inevitabile; talvolta felici a volte meno. Non si può essere del tutto felici, così come non si può essere del tutto infelici… ci sono attimi di gioia, altri di sofferenza che si incrociano e si confondono, ma c’è sempre un semaforo che fa passare prima gli uni e poi gli altri, impedendoci di essere tristi e felici allo stesso tempo.
Questo mio bisogno, essenza della miseria, che mi fa afferrare tutto per negare l’inconsistenza del niente, mi lascia disordinata di inutilità che non somiglia, neppure lontanamente, all’essenza del mio desiderare di cui sono scarna e priva. Mille presenze moriture non mi fanno un’unica vita, né addosso, né dentro e mi copro, sopra e di lato, di suppletivi insensati, racimolando sensazioni in luogo d’emozioni.
Infelici sono quelli che hanno tanto cervello da vedere la loro stupidità.