Elias Canetti – Religione
La speranza dell’aldilà colora sempre la vita del fedele, così che si ha ragione di parlare di una massa lenta, cui appartengono tutti insieme i seguaci di una fede.
La speranza dell’aldilà colora sempre la vita del fedele, così che si ha ragione di parlare di una massa lenta, cui appartengono tutti insieme i seguaci di una fede.
Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine.
I figli di Dio erano in preda alla follia, abbandonati da lei, rifiutati conoscendone i motivi, commisero i più vili raggiri perché non lasciasse almeno Dio, di cui erano al servizio. Gli angeli e Dio stesso cercarono di circuirla, ma lei percepì la loro malvagità e doppiezza, e si rifiutò sempre a loro, essendo il suo cuore già perduto, dall’inizio dei tempi, per un altro. Dalla miseria della perdita di questa ghiottoneria e dell’errore l’uomo si rivolse al pappa ed esso proferì una sentenza atroce, di cui se ne sentirà l’eco per i millenni: se Dio non l’avesse avuta alla festa della sua mensa (e non come ospite), allora nessuno l’avrebbe avuta avuta mai, divise i due attraverso il Cristo, e di questo fu profondamente soddisfatto. Insieme a Dio e agli angeli perse per sempre la Santità e la Ragione, posto le abbiano mai avute, vi furono battaglie sotto la terra e nell’aria e il mondo non fu mai più come prima.
Mi fido di chi ha aperto le sue braccia sulla croce e ancòra le apre per abbracciare l’umanità.
Chi di noi è credente lo è per la Pasqua di Cristo, cioè per il suo essere morto e risorto per noi.
Stiamo in silenzio davanti a Dio per aiutarci a ritrovare “il cammino del nostro cuore”.
Trovo ridicolmente tragico che le discordie religiose non hanno origine dalla diatriba sull’esistenza di Dio, ma su quella che è la sua immagine ai nostri occhi.