Elisa Cassinelli – Vita
Ogni gesto, ogni parola è un pezzettino di un grande puzzle chiamato rapporto. A volte mancano i pezzi, altre volte i pezzi non sono messi al posto giusto.
Ogni gesto, ogni parola è un pezzettino di un grande puzzle chiamato rapporto. A volte mancano i pezzi, altre volte i pezzi non sono messi al posto giusto.
Meglio sembrare che essere,dipende da cosa essereda chi essere,o da chi vorremmo sembrare.Meglio dire che faredipende da cosa abbiamo da dire,o da fare,ma soprattutto dall’indovinarese è meglio dire o fare,o forse no,chissà.
Ora guardo avanti con la consapevolezza di poter raggiungere sogni, obbiettivi, vette, orizzonti, prospettive irraggiungibili. Ora so, che l’impossibile è solo una parola; una stupida parola che si pronuncia quando si ha paura, quando non si riesce a voltare pagina, quando si temono le conseguenze, quando non si comprende bene che la vita. Quando non si capisce che il nostro agire e interagire, ci fa scoprire chi siamo davvero, ci aiuta ad abbattere limiti, a superare paure, ad affrontare difficoltà, ad annientare barriere preposte dalle nostre insicurezze. Tutto è parte integrante di un disegno di cui noi facciamo parte. Cose essenziali e importanti che non bisogna opporre ostacolo.
A volte la vita è come un ingranaggio che lentamente ti tira dentro stritolandoti senza rendertene conto e senza riuscire a dare quello strappo netto da lasciarci anche solo un arto.
La luna fatta a pezzi ha negli occhi la speranza di un bambino.
Tutti a dire: prima di correre impara a camminare. Io non voglio camminare, io voglio correre fino a non avere più fiato, io voglio cadere e farmi male, perché le ferite ti aiutano a crescere e ti fortificano. Io voglio essere in grado di curare da sola le mie ferite, mi sentirei più indipendente e capace. È bello trovare sempre una mano tesa pronta ad aiutarti, ma è giusto che ci si abitui anche a non trovarla ogni tanto. Potrei correre il rischio di non riuscire più ad alzarmi e andare avanti, se un giorno quella mano venisse a mancarmi.
Sono strane le persone, eccome se lo sono. Ce ne sono alcune che ti fanno sapere cosa pensano e altre che sperano che tu lo capisca. Poi ci sono persone che non ascoltano chi sei e cosa vuoi e altre che lo sanno già senza nemmeno che tu abbia detto una parola. Ci sono persone che ti vogliono e non fanno nulla e altre che fanno di tutto per perderti. Insomma, capire la gente è davvero un lavoro da mettere a busta paga e fino a prova contraria, io sono disoccupata.
Meglio sembrare che essere,dipende da cosa essereda chi essere,o da chi vorremmo sembrare.Meglio dire che faredipende da cosa abbiamo da dire,o da fare,ma soprattutto dall’indovinarese è meglio dire o fare,o forse no,chissà.
Ora guardo avanti con la consapevolezza di poter raggiungere sogni, obbiettivi, vette, orizzonti, prospettive irraggiungibili. Ora so, che l’impossibile è solo una parola; una stupida parola che si pronuncia quando si ha paura, quando non si riesce a voltare pagina, quando si temono le conseguenze, quando non si comprende bene che la vita. Quando non si capisce che il nostro agire e interagire, ci fa scoprire chi siamo davvero, ci aiuta ad abbattere limiti, a superare paure, ad affrontare difficoltà, ad annientare barriere preposte dalle nostre insicurezze. Tutto è parte integrante di un disegno di cui noi facciamo parte. Cose essenziali e importanti che non bisogna opporre ostacolo.
A volte la vita è come un ingranaggio che lentamente ti tira dentro stritolandoti senza rendertene conto e senza riuscire a dare quello strappo netto da lasciarci anche solo un arto.
La luna fatta a pezzi ha negli occhi la speranza di un bambino.
Tutti a dire: prima di correre impara a camminare. Io non voglio camminare, io voglio correre fino a non avere più fiato, io voglio cadere e farmi male, perché le ferite ti aiutano a crescere e ti fortificano. Io voglio essere in grado di curare da sola le mie ferite, mi sentirei più indipendente e capace. È bello trovare sempre una mano tesa pronta ad aiutarti, ma è giusto che ci si abitui anche a non trovarla ogni tanto. Potrei correre il rischio di non riuscire più ad alzarmi e andare avanti, se un giorno quella mano venisse a mancarmi.
Sono strane le persone, eccome se lo sono. Ce ne sono alcune che ti fanno sapere cosa pensano e altre che sperano che tu lo capisca. Poi ci sono persone che non ascoltano chi sei e cosa vuoi e altre che lo sanno già senza nemmeno che tu abbia detto una parola. Ci sono persone che ti vogliono e non fanno nulla e altre che fanno di tutto per perderti. Insomma, capire la gente è davvero un lavoro da mettere a busta paga e fino a prova contraria, io sono disoccupata.
Meglio sembrare che essere,dipende da cosa essereda chi essere,o da chi vorremmo sembrare.Meglio dire che faredipende da cosa abbiamo da dire,o da fare,ma soprattutto dall’indovinarese è meglio dire o fare,o forse no,chissà.
Ora guardo avanti con la consapevolezza di poter raggiungere sogni, obbiettivi, vette, orizzonti, prospettive irraggiungibili. Ora so, che l’impossibile è solo una parola; una stupida parola che si pronuncia quando si ha paura, quando non si riesce a voltare pagina, quando si temono le conseguenze, quando non si comprende bene che la vita. Quando non si capisce che il nostro agire e interagire, ci fa scoprire chi siamo davvero, ci aiuta ad abbattere limiti, a superare paure, ad affrontare difficoltà, ad annientare barriere preposte dalle nostre insicurezze. Tutto è parte integrante di un disegno di cui noi facciamo parte. Cose essenziali e importanti che non bisogna opporre ostacolo.
A volte la vita è come un ingranaggio che lentamente ti tira dentro stritolandoti senza rendertene conto e senza riuscire a dare quello strappo netto da lasciarci anche solo un arto.
La luna fatta a pezzi ha negli occhi la speranza di un bambino.
Tutti a dire: prima di correre impara a camminare. Io non voglio camminare, io voglio correre fino a non avere più fiato, io voglio cadere e farmi male, perché le ferite ti aiutano a crescere e ti fortificano. Io voglio essere in grado di curare da sola le mie ferite, mi sentirei più indipendente e capace. È bello trovare sempre una mano tesa pronta ad aiutarti, ma è giusto che ci si abitui anche a non trovarla ogni tanto. Potrei correre il rischio di non riuscire più ad alzarmi e andare avanti, se un giorno quella mano venisse a mancarmi.
Sono strane le persone, eccome se lo sono. Ce ne sono alcune che ti fanno sapere cosa pensano e altre che sperano che tu lo capisca. Poi ci sono persone che non ascoltano chi sei e cosa vuoi e altre che lo sanno già senza nemmeno che tu abbia detto una parola. Ci sono persone che ti vogliono e non fanno nulla e altre che fanno di tutto per perderti. Insomma, capire la gente è davvero un lavoro da mettere a busta paga e fino a prova contraria, io sono disoccupata.