Emanuela Bassoli – Stati d’Animo
Andarsene non è sufficiente, perché i pensieri non li puoi chiudere in valigia!
Andarsene non è sufficiente, perché i pensieri non li puoi chiudere in valigia!
La stanza dove vivo è ottusa, un po’ stretta, i muri all’apparenza imbiancati di fresco, fanno sembrare tutto pulito, non guardo le pareti, anche se per attimi mi appoggio spalle al muro, ma io sono “quella dell’anima”, quella che custodisce nel cuore gli attimi, come foto ad impreziosire tutto ciò che può impoverire la realtà. Nella mia stanza entra ogni giorno la luce di coloro che regalano respiri e sorrisi, attimi e pensieri, no, non da lontano, io voglio respirare, inebriarmi di vita, di cielo e di mare, di terra che sporca piedi nudi e questa non è che una stanza ed io in una stanza, non so stare.
Io penso che se ci manca una persona proviamo a chiamarla, se desideriamo stare con lei proviamo a invitarla, se non ci comprendiamo è sempre meglio spiegarsi, se ci sono delle domande è meglio farle, se qualcosa non ci piace è meglio dirlo, se vogliamo qualcosa lo chiediamo, se amiamo qualcuno dobbiamo farglielo capire. Nessuno sa cosa ci passa per la mente, quindi è meglio esprimere le proprie emozioni anche rischiando di fallire le nostre aspettative, piuttosto che aspettare che i nostri desideri si avverino da soli. Noi abbiamo questa vita: rendiamola più semplice, perché è già abbastanza complicata!
La pazienza è la peggior virtù.
È difficile soffiare via la polvere da una vecchia vita. È difficile proseguire con il cuore che ti ricorda incessantemente che non puoi tornare indietro. È difficile andare avanti portandosi addosso pulsanti ferite che nemmeno la cura del tempo riesce ad alleviarne il dolore. È difficile ma non c’è alternativa.
Mi nutro di primavere solo mie. I miei colori. I miei climi. Si portano dietro cime innevate ed il freddo degli animi. Dipingono giornate di pioggia sulle pareti della stanza cadere a goccia di lacrima come vernice fresca e creare solchi che scavano l’intonaco delle guance seguire lo zigomo in una curva perfetta generare iperbole tra gli assi della tristezza cadermi adiacente al cuore tangente alle intime devastazioni. Odorerei la seta d’una rosa finta con lo stesso abbandono di una vera se la morte dei petali di quelle secche non m’emanassero ancora essenze vive.
Mi piacerebbe avere dei pensieri spensierati. Purtroppo loro sono testardi e dannatamente pensierosi.