Émile Michel Cioran – Libri
L’ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità.
L’ossessione del suicidio è propria di colui che non può né vivere né morire, e la cui attenzione non si allontana mai da questa duplice impossibilità.
Forse perché farsi vedere troppo deboli dagli amici poi ci fa sentire in difficoltà. Forse perché pensiamo sempre che il nostro dolore sia unico, improvabile, come tutto ciò che ci riguarda. Nessuno può amare come amiamo noi, nessuno soffre come soffriamo noi.
Iniziai a scrivere, senza pause, scrissi forsennatamente, divenne un’ossessione. Quando smisi di scrivere avevo narrato tutto me stesso, ero libero finalmente, ma mi sentivo anche vuoto, la mia storia non era più soltanto la mia, allora scrissi il miglior finale mai scritto, scrissi del tramonto della mia vita, scrissi della mia morte.
Con Jane non stavi nemmeno a pensare se avevi la mano sudata o no. Sapevi solo di essere felice. E lo eri davvero.
Si può fare a meno di tutto, tranne che di un bel libro.
– Tu mi hai usato- Sarebbe a dire?- Ho fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso rischi mortali per te. Credevo che servisse a proteggere il figlio di Lily Potter. Adesso mi dici che l’hai allevato come una bestia da macello…
Alla fine sono passati due anni, ma ancora la cerco e ci penso. Cosa mi manca di lei? Mi manca soprattutto il futuro. Nel senso che mi mancano tutte le cose che ancora non so e che vorrei scoprire con lei. Mi manca tutto ciò che avremmo potuto vivere insieme.