Enzo Di Maio – Destino
Sono come nessun mi vuole e questo è un fatto. Francamente non so se sia un difetto, devo render conto solo a me stesso e questo mi fa contento.
Sono come nessun mi vuole e questo è un fatto. Francamente non so se sia un difetto, devo render conto solo a me stesso e questo mi fa contento.
Ci colpisce il canto di un’odissea che abbiamo vissuto, della felicità di uno sconosciuto, poco ci importa.
Non è giorno che non porti con se nuove difficoltà.
Tutti sono autori del proprio destino. Perciò non guardare con tristezza al passato. Perché non tornerà.
La mezza età è l’epoca in cui faremmo qualsiasi cosa pur di sentirci meglio, tranne che rinunciare a quello che ci fa male.
Più tardi, a scuola, era lei che riusciva dove fratelli e cugini fallivano, a lei il maestro invariabilmente chiedeva di fornire la spiegazione corretta. Non solo leggeva, la leggeva il Libro Sacro. Non si accontentava di dire semplicemente ciò che pensava, ma si misurava con l’opinione generale per plasmarsi, come una stella cadente affrontava le tenebre inespicabili per definirsi. E guai a quelli che contraddicevano la sua lettura dell’universo; guai a chiunque cercasse di discutere la sua interpretazione dell’eternità, perché lei demoliva i loro argomenti senza preoccuparsi della loro umiliazione. Era insopportabile. Quando i suoi cugini protestavano contro la sua spietatezza, lei si meravigliava. Non preferite la verità al vostro orgoglio? Chiedeva spalancando gli occhi.
Dinanzi al fatto compiuto non hai scampo, tanto vale prepararsi.