Erika Moon – Cielo
Ho guardato con implorazione il cielo poche volte, ma credo di avergli chiesto così tanto che se avesse esaudito tutti i miei desideri sarebbe caduto sulle nostre teste. Ho sbagliato a volere.
Ho guardato con implorazione il cielo poche volte, ma credo di avergli chiesto così tanto che se avesse esaudito tutti i miei desideri sarebbe caduto sulle nostre teste. Ho sbagliato a volere.
Ma intanto la noce [una noce di nuvola, è detto prima] aveva partorito e svolto il più nero e feroce nembo che si vedesse da un pezzo in qua. Parve che si avventasse direttamente sul campanile, unico desto in quella vasta calura pomeridiana sprovveduta, per soffocarvi la squilla. Ma lì fu respinto, inzeppato su sé medesimo come un furioso che venga a scontrar la corsa e la rabbia su due saldi pugni. Di steso ch’era, crescente ad aduggiar cielo e terra, ribollì come la risacca del mare, rifluì e impennò il suo precipizio in una colonna da sfondare il firmamento.
Non piegare il capo dopo la sconfitta, ti negheresti la visione del cielo!
Dopo che le nuvole hanno riempito il cielo di lacrime, il sole premuroso, le asciuga con il suo sorriso.
È sempre il sole che colora il cielo.
Il campo di girasoli, è come un cielo di mille soli.
Credo che se si guardasse sempre il cielo, si finirebbe per avere le ali.