Erika Moon – Morte
Quando pensiamo che le uniche persone che potrebbero davvero capirci non ci sono più sbagliamo. Quelle persone vorrebbero che noi ci ancorassimo a chi c’è ancora per vivere bene.
Quando pensiamo che le uniche persone che potrebbero davvero capirci non ci sono più sbagliamo. Quelle persone vorrebbero che noi ci ancorassimo a chi c’è ancora per vivere bene.
La cronaca della mia morte era una vera e propria esagerazione.
Quando il magone mi stringe in gola, con la faccia da bambina, mi guardo allo specchio, mi sorrido e mi dico che infondo qualcosa c’è per continuare a vivere.
Appena adolescente, la prospettiva della morte mi gettava nell’angoscia; per sfuggirvi mi precipitavo al bordello o invocavo gli angeli. Ma, con l’età, ci si abitua ai propri terrori, non si fa più niente per liberarsene, ci si imborghesisce nell’Abisso. – E se ci fu un tempo in cui invidiavo quei monaci egiziani che scavavano le loro tombe per versarvi lacrime, oggi scaverei la mia per non lasciarvi cadere altro che cicche.
E quando morirò, voglio che sia in un fiume. Così sfamerò una manciata di pesciolini e diverrò concime che aiuterà a fiorire le orme di quel fiume prima di raggiungere il mare.
La cosa più importante per ogni uomo è poter morire in ogni momento senza avere rimpianti, così serenamente, sena oriolo addormirsi, io non credo di essere pronto finchè di cupidezza sarò infetto.
Non c’è niente da temere da un cadavere, Harry, non più di quanto di debba aver paura del buio. Lord Voldemort, che segretamente li teme entrambi, non è d’accordo. Ma anche questo rivela la sua mancana di saggezza. È l’ignoto che temiamo quando guardiamo la morte e il buio, nient’altro.