Eugenio Montale – Tristezza
L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione “sine qua non” di piccole e intermittenti felicità.
L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione “sine qua non” di piccole e intermittenti felicità.
Vedi di imparare ad apprezzare chi ti ama, a rispettare chi non ami e amare chi ti merita… La dove sprechi la tua energia non è la tua strada…
E ha dovuto cambiare via per che la gente non vedesse le sue lacrime che non poteva più nascondere, perche queste lacrime non era di quella notte, era di tante altre: Quelle che portava attraversata nella gola per cinquenta uno anni, nove mesi e quatro giorni.
A volte si investe troppo in qualcuno che non si merita neppure di avere valore.
Siamo elastici del dolore, fasce di cuoio che abbracciano massi insostenibili.Fuori dal dolore saremo pesci a branchie spalancate, lasciati morire facendo boccacce al mondo.
E cala dal nulla in me la tristezza. Non oso chiedere perché, ne temo la risposta. L’abbraccio e le permetto di farmi compagnia.
Alcuni soffrono per scelta, pensano di non meritarsi la felicità.