Fabio Privitera – Abbandonare
Ci conoscemmo così profondamente da dimenticare chi eravamo stati l’uno per l’altra, e da perdere di vista quell’idea di eternità che avevamo accarezzato mentre ci eravamo ancora ignoti.
Ci conoscemmo così profondamente da dimenticare chi eravamo stati l’uno per l’altra, e da perdere di vista quell’idea di eternità che avevamo accarezzato mentre ci eravamo ancora ignoti.
Bisogna chiudere con il passato, soprattutto il brutto del passato! Esperienza a parte, il passato insegna a ricordare ciò che non devi ripetere! Sfumature e sembianze da evitare; fiducia a chi se lo merita! Segnali, segnali! Ricordare sempre i segnali! A questo serve il passato! Nient’altro.
È regola dell’uomo avveduto abbandonare le cose che lo abbandonano; cioè, non aspettare di essere…
Per alcuni è naturale pensare di entrare e uscire dalla vita di qualcun altro, solo perché quel qualcun altro è accondiscendente a lasciarlo entrare. Pensa, si illude probabilmente, che nell’uscire da una casa lasciando la porta aperta possa ritrovare tutto com’era, ogni cosa al suo posto, al suo rientro. Ma lasciare la porta aperta mette una persona, così come ogni casa, soggetta al vento, alla pioggia, a chi vuole approfittarsi dell’incuranza di chi l’ha lasciata incustodita. Nessuno resta tale e quale quando un altro se ne va, non vi è casa che resta tale e quale se lasciata a sé.
Dovrebbero insegnarci un modo per riuscire a dirci addio.
Continuare così è inutile, è stata bella finché è durata, ma questa non è più…
Tra le peggiori cose che si possano fare c’è il lasciare agli attimi che non si sono vissuti il respiro di quelli che si stanno vivendo.