Fabio Volo – Libri
Nei libri le parole risuanano come un’eco dentro di noi
Nei libri le parole risuanano come un’eco dentro di noi
A seguito di una battente pubblicità mediatica e da commenti sentiti qua e là su la “saga” dei liberi delle varie “sfumature…” incuriosita ne ho letto uno.Chiusa l’ultima pagina mi è venuta spontanea una riflessione in seguito al confronto fra la mia lettura del libro e i vari commenti sentiti… “come si fa a dire stupendo… emozionante… coinvolgente… erotico…, mah sono io che sono troppo cerebrale?”
Come faccio a sapere quale religione è quella autentica? Solo perché qualcuno abbraccia una fede non significa che sia la strada giusta… Forse nessuna religione contiene tutte le verità del mondo. Forse ognuna ne contiene dei frammenti, e spetta a noi scoprirli e metterli insieme. O forse hanno ragione gli elfi, e gli dei non esistono. Ma come faccio a esserne sicuro?
La persuasione che la vita ha uno scopo è radicata in ogni fibra di uomo, è proprietà della sostanza umana. Gli uomini liberi danno a questo scopo molti nomi, e sulla sua natura molto pensano e discutono, ma per noi la questione è più semplice. Oggi e qui, il nostro scopo è di arrivare a primavera.
È facile scappare da qualcuno di cui hai paura, o tentare di combattere qualcuno che odi. […]Ma se ami chi ti sta uccidendo, non hai alternative. Come puoi scappare, come puoi combattere se così feriresti il tuo adorato? Se la vita è tutto ciò che hai da offrirgli, come fai a negarglielo?Se è qualcuno che ami davvero…
È anzi mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. È una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale.
– L’ho sentito. È per questo che sono scappata.- Cosa hai sentito Chiara?- Una specie di movimento, un guizzo leggero. Ma era dentro di me. Nella pancia. Dentro le ossa e dentro il sangue. Mi ero alzata dal letto spaventata e ho pure tolto l’ago della flebo. Sono andata alla finestra e ti ho vista arrivare zigzagando tra le macchine con un motorino rubato, perché tu non ce l’hai il motorino, e senza casco. Ho pensato che… ecco, che lei potrebbe essere come te. Potrebbe diventare amica di qualcuno e salvargli la vita arrivando su un motorino arrugginito, potrebbe combinare casini e innamorarsi di uno che vede alla stazione, potrebbe avere una memoria formidabile e scoprire la formula che fa diventare le parole poesie e così magari sfamare il mondo con fabbriche di pane o magari potrebbe solamente sorridere e far aprire un mondo.