Fabio Volo – Uomini & Donne
“Scusa il ritardo. In realtà sono venti minuti che ti osservo. Avevo paura ed ero troppo emozionata quando sono arrivata eri già qui. È tanto che aspetti?” “Più o meno trentacinque anni.”
“Scusa il ritardo. In realtà sono venti minuti che ti osservo. Avevo paura ed ero troppo emozionata quando sono arrivata eri già qui. È tanto che aspetti?” “Più o meno trentacinque anni.”
La sua assenza mi blocca, si ferma la mia vita, non vivo più. Lui non c’è ed io con lui. Come quando mentre guidi ti si chiudono davanti le sbarre e pur volendo passare sei costretto a fermarti per permettere che il treno avanzi. Il treno è tutto il mondo che, mentre io sto ferma ad aspettare lui, continua a muoversi. Non pensi ad altro, solo a quel che faresti se quelle sbarre non fossero chiuse o a quel che farai quando si saranno riaperte. Ma nel frattempo sei immobile lì.
E quando le tue lacrime si asciugheranno, quando la violenza che subisci si fermerà, quando una bambina smetterà di esser donna e resterà bambina, quando e solo quando donna che sarai libera, le mie lacrime smetteranno di bagnare il mio volto, e solo quando la parola “libertà” avrà un senso solo allora dichiarerò la festa delle donne libere, solo allora il mio grido si unirà alla vera festa, Libertà per te donna che donna libera non sei!
Che bugiardo che sono quando dico che non t’amo!
Quanti uomini riescono a capire realmente, quando la loro donna ha bisogno di attenzioni? Pochi, troppo presi a pensare quanto sono fichi, per accorgersene.
Penso tra me e me quanti sono gli uomini che esercitano il corpo e quanto pochi quelli che esercitano la mente; quanta gente accorre a un passatempo inconsistente e vano, e che deserto intorno alle scienze; che animo debole hanno quegli atleti di cui ammiriamo i muscoli e le spalle.
Il per sempre è un’illusione… troppo comodo… noi siamo per l’adesso.