Federico Cerniglia – Cielo
Oggi non c’è il sole, ma è come se ci fosse.
Oggi non c’è il sole, ma è come se ci fosse.
È inutile guardare il cielo per sapere cosa fare indicherà solo dove ti puoi trovare.
Non penso che Dio abbia alzato la sua mano con ira contro di me perché voleva salvare i suoi figli dai miei sogni. Essi non riguardavano né Lui né i suoi, ma solo chi li aveva sognati, per questo l’invidia di un padre che falsifica il merito, che ama i figli e per loro vuole le primizie. Dunque, erano la bellezza e la luminosità senza pari che hanno attirato gli angeli come mosche, per immetterle nel Mondo e raddoppiare la forza, la lucentezza dei sogni dei figli. In fondo, quello che fa girare l’universo, è la ciccia. Ma avere troppo, per la luce, ha i suoi lati distruttivi. Se questa Luce è immessa in un Mondo, si consuma nella vastità troppo grande di questa energia, diventa la malattia di cui esso morirà, in cui si replicherà, insieme ai creatori e agli angeli, a Dio e al Diavolo, che ne fanno parte.
Se un pensiero diviene troppo scontato, l’essenza sua stessa si trasforma, rendendolo banale.
Tutto ciò che è Luce emana calore e rende accogliente la dimora eterna.
Tornò a guardare il cielo stellato, con lo spicchio di luna crescente – la sua preferita – che inondava di luce soave il luogo in cui si era trovata. Fu allora che ricomparve la sensazione che l’Infinito e l’Eternità procedessero tenendosi per mano, e che bastasse contemplare uno di essi – magari l’Universo senza limiti – per notare la presenza dell’altro: il tempo che non finisce mai, che non passa, che permane nel presente, dove sono custoditi i segreti della vita.
E poi si affaccia la sera, guardo triste le stelle, e cosa resta? Se non io, le stelle ed i miei sogni!