Federico Moccia – Libri
Sono colpevole solo di una cosa, di non essere stato felice.
Sono colpevole solo di una cosa, di non essere stato felice.
Scrivere è una forma sofisticata di silenzio.
Non mi piace fare le prediche, ma un po’ più di persone dovrebbero iniziare a spendere tanto tempo in libreria quanto ne passano sui campi di basket.
Ora che ti ho perso, so di aver perso tutto. Malgrado ciò, non posso permettere che tu scompaia dalla mia vita e mi dimentichi senza sapere che non ti serbo rancore, che fin dall’inizio sentivo che ti avrei perso e che tu non avresti mai visto in me quello che io vedevo in te.Voglio che tu sappia che ti ho amato fin dal primo giorno e che continuo ad amarti, ora più che mai, anche se non voi sentirtelo dire.Mentre ti scrivo, ti immagino su quel treno, con il tuo bagaglio di sogni e col cuore spezzato, in fuga da tutti noi e da te stesso. Sono tante le cose che non posso raccontarti, Juliàn.Cose che entrambi ignoravamo e di cui è meglio che tu rimanga all’oscuro. Il mio desiderio più grande è che tu sia felice, Juliàn, che tutto ciò a cui aspiri diventi realtà e che, anche se mi dimenticherai, un giorno ti possa comprendere quanto ti ho amato.Per sempre tua,Penélope.
“E se non avessi scelto?” gridò Baba Ayub. “Se avessi rifiutato di affrontare la tua prova?””Allora tutti i tuoi figli sarebbero morti” disse il Div, “perché sarebbero stati comunque maledetti, avendo per padre un uomo debole. Un codardo che li avrebbe visti morire tutti, piuttosto che sostenere un fardello sulla propria coscienza. Dici di non aver coraggio, ma io lo vedo in te. Quello che hai fatto, il fardello che hai accettato di metterti sulle spalle, ha richiesto coraggio. Per questa tua scelta, io ti onoro.”
Sono qui per esseri amico. Il tuo migliore amico, un’ultima volta.
Odiami. Detestami con tutte le tue forze, Hikaru… odiamo fino al punto di non volermi più vedere. Altrimenti… non sarò capace di lasciarti andare.