Federico Moccia – Stati d’Animo
È il dolore di sapere che quell’alta marea non mi abbandonerà mai.
È il dolore di sapere che quell’alta marea non mi abbandonerà mai.
Nella solitudine puoi ascoltare il melodioso silenzio che ti dona il tuo essere puro.
E poi ti senti terribilmente solo, col la tua paura più grande, implodendo a te stesso, facendo dell’egoismo la cura ai mali che gli altri, inevitabilmente, ti hanno provocato dentro. Implori il cielo in giorni migliori e soprattutto in persone migliori… anche se le peggiori continui ad amarle, e ti odi per questo. Ti ripeti che non puoi farne a meno, prometti di impegnarti per sopprimere il ricordo, e allora scatta la cancellazione. Inizi a chiamare le persone per cognome, dimentichi i compleanni, ricevi circa cento messaggi a settimana di gente sconosciuta. Sarà lì che dirai: è arrivato il momento di mettere ordine nella mia vita.
Si possono fraintendere le parole, ma non si può fraintendere uno sguardo.
Come un fiore d’acciaio, dalla delicatezza inossidabile, dalla durezza che screpola i petali. Un giardino ferroso a scaglie e schegge a ferire il piede destro sotto il mio doloroso sguardo sinistro.
Il rimorso è una virtù del dopo, sorge quando tutto è già avvenuto. È una virtù crepuscolare, sgorga quando l’azione è compiuta e, spesso solo dopo che è passato molto tempo.
Vivere è affidarsi alle sensazioni insospettate.