Fëdor Michajlovic Dostoevskij – Paura & Coraggio
Mi è sempre parso che mi avreste condotta in qualche luogo dove vive un enorme ragno cattivo, grande come un uomo e che saremmo stati lì tutta la vita a guardarlo e a temerlo.
Mi è sempre parso che mi avreste condotta in qualche luogo dove vive un enorme ragno cattivo, grande come un uomo e che saremmo stati lì tutta la vita a guardarlo e a temerlo.
Non è l’amore a farmi paura, ma quel senso di vuoto che mi invade quando se ne va, le sue bugie e il dolore che lasciano, le lacrime e l’amaro della delusione.
L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa.
Le avversità possono essere delle formidabili occasioni.
Ogni tanto si bisogna fare quella faccia bruta e cattiva per impressionare gli avversari e vincere le sfide che ci vengono proposte, sia sul tatami che nella vita.
E poi ti rendi conto che fuggire non serve a niente e la cosa migliore da fare è affrontare ciò che ci fa paura, ciò che non ci rende sereni al fine di distruggerlo e ricominciare a vivere, al fine di godersi ogni piccola cosa. Non aprire l’ombrello, la pioggia bagna ma non distrugge.
Se è vero che i poli opposti si attraggono inesorabilmente, allora è anche vero che il buio stesso non può fare altro che attirare a se la luce. E viceversa. Quindi più che vedere il buio come l’opposto della luce, io lo vedo come una faccia diversa della stessa medaglia.