Flavia Ricucci – Destino
Le linee curve delle montagne scrivono fine sullo spazio di un cielo cupo, dove croci, nell’inconscio dei sensi, segnano il destino degli appena nati, oppressi da un oscuro senso di colpa, che li accompagnerà oltre la vita.
Le linee curve delle montagne scrivono fine sullo spazio di un cielo cupo, dove croci, nell’inconscio dei sensi, segnano il destino degli appena nati, oppressi da un oscuro senso di colpa, che li accompagnerà oltre la vita.
Non si può fuggire dal proprio destino, ne lo si può cambiare, si può solo essere abbastanza uomini da saperlo accettare.
Nessuna attesa è in grado di giustificare lo scorrere del tempo.
È strano come certe volte ci si tuffa nel mare del destino con entusiasmo e fede senza sapere, o fingendo di non sapere, quanto sia profonda quella marea che trascina e brucia tutto verso la Fine.
Il passato sta alle spalle, se ti volti lo vedi, ma davanti a te c’è l’oggi e all’orizzonte il domani. Non voltarti e avanza.
I tempi vanno come pietre nello stagno, prima il tonfo poi i cerchi, l’acqua ristagna. L’ultimo sasso esce dallo stagno, un boato e poi – di nuovo il tonfo e i cerchi nello stagno.
Non ci é permesso scegliere la cornice del nostro destino. Ma ciò che vi mettiamo dentro é nostro.