Francesca Zangrandi – Filosofia
Nal profondo del mio cuore qualcosa si è aggiustato, ma altro si è rotto.
Nal profondo del mio cuore qualcosa si è aggiustato, ma altro si è rotto.
In questa vita, ci attacchiamo a tutto, sentiamo un innato bisogno di sognare,forse perché guardando al di là del famoso muro,al di là delle ombre che trasfigurano la realtà, vediamo un mondo diverso,pieno di cose da non vedere, da non sentire, da non dire, pieno… pieno di amarezza,si, ci sono delle gioie ma queste naufragano nel mare dei dispiacerie chi lo sa se si tengono realmente a galla, o è tutta un’illusione.
Il mio amore con te ha due modi di essere vissuto:uno è l’amore superficiale, si ride e si scherza perché non c’è nulla che non vada tra noi.L’altro è l’amore che ha molte domande e pretese, è l’amore che cerca qualcosa dentro te che possa far vivere me.È per questo tipo di amore che noi non funzioniamo…Non sappiamo stare soli ma nemmeno insieme…Non so stare sola ma nemmeno con te…
Ecco il problema di chi beve, pensai versandomi da bere. Se succede qualcosa di brutto, si beve per dimenticare; Se succede qualcosa di bello, si beve per festeggiare; e se non succede niente, si beve per far succedere qualcosa.
Chi ignora, si muove a tentoni nello spazio della conoscenza, poiché ha come unica guida, la cecità dell’intelletto.
Per quello che noi oggi conosciamo, la mente umana è influenzata da due soli fattori: le esperienze quotidiane di una intera vita, e il codice genetico che abbiamo ereditato.Dal momento che non vi è nulla di genetico nei pensieri e nelle idee filosofiche, allora queste sono quasi solamente il risultato delle nostre esperienze.Ma come possiamo anche solamente sperare di poter avere esperienza di tutta la vita, di tutto l’universo, di tutto ciò che esiste, è esistito, esisterà, o potrebbe esistere? D’altronde la nostra è una vita intrinsecamente finita e limitata.E allora come possiamo pensare di poter organizzare una filosofia universale nell’arco non solo di una vita umana, ma anche di una intera civiltà umana.La nostra non può che essere una conoscenza limitata, finita e incompleta.
C’è un silenzio che precede le mie parole e che molte volte le ammutolisce. Un silenzio che mi impongono e mi impongo perché il confronto a volte è sfibrante. Vi fa comodo il mio silenzio e vi serve. Mi serve il silenzio perché la mia voce sarebbe devastante. “Non sei la cima di tutto” mi dici e fidati lo so che è così. Ma fidati anche che nemmeno respiro totalmente in questo fango che tanto annebbia gli animi. Non mi vedi e se grido non mi vuoi sentire. La mia vita non percorre le tue vene ma le mie ed è il mio sangue che intacchi e che rendi invisibile. Non te lo permetto, non ti ferirò mai in vita mia ma non te lo permetto più.