Francesca Zangrandi – Filosofia
Alcune persone riescono a piangere solo tramite gli occhi di altri.
Alcune persone riescono a piangere solo tramite gli occhi di altri.
Quelle che l’uomo crede siano certezze si rivelano, quasi sempre, clamorose incertezze per la vacuità delle certezze umane.
È più facile per ognuno di noi conoscere ciò che siamo stati in passato e ciò che saremo o speriamo di essere nel futuro. Ma chi siamo oggi?
Immaginate di lanciare in aria due uccelli, uno vivo ed uno morto. L’uccello morto cadrà, presumibilmente, qualche metro più avanti, mentre quello vivo potrebbe finire appollaiato su una antenna televisiva, o su un ramo di un albero, su un tetto, su una siepe, o su un nido. Sarebbe difficile indovinare in anticipo il punto esatto.
La speranza è un raggio solitario nelle tenebre delle nostre paure.
Quanto più quelle scritture apparivano incongrue con le loro tradizioni e concezioni, tanto più dovevano forzarne l’interpretazione, per renderle più consone ai loro bisogni morali e culturali. Si consolidò così questa molteplice tradizione interpretativa, “falsificante” quanto altra mai, e che pure costituì quel plurimillenario esercizio intellettuale che affinò così straordinariamente le virtù logiche di noi europei. È una mia ipotesi: ma il cavillo può diventare sottigliezza, il puntiglio può diventare rigore, l’arbitrio può diventare inventività, l’astrazione può rovesciarsi in universale concretezza. Così, del resto, la retorica e l’euristica greca del V secolo a.c. fornirono le armi logiche alle grandi riflessioni di Platone e di Aristotele, che restano le fonti massime di tutta la riflessione filosofica di noi occidentali.
Facciamo tutti parte di un Mondo che all’apparenza ci Offende,ma che in realtà semplicemente si Difende.