Francesco Alberoni – Vita
Noi tutti siamo esseri mimetici: sono gli altri che ci insegnano cosa desiderare.
Noi tutti siamo esseri mimetici: sono gli altri che ci insegnano cosa desiderare.
Quante parole lasciamo la in sospeso. Tra il cuore e le labbra. Quante invece sono uscite e avrebbero dovuto essere trattenute. Purtroppo a volte l’istinto ci guida e la paura ci frena. Quante righe abbiamo scritto su interi fogli bianchi, per scolpire fuori da noi stessi quel qualcosa che magari ci fa male e non riusciamo a tirar fuori. E quante volte quelle righe resteranno li non lette, oppure lette e non capite. Forse troppe.
Vita.Ci si accorge sempre troppo tardi che è l’unica cosa che possediamo realmente.
È che quando cerchi le risposte ti arrivano solo altre domande.
Ciò che per il bruco è la fine del mondo per tutti gli uomini è l’inizio della vita.
Sei approdato alle sponde della mia giovane esistenza, in un tardo pomeriggio di primavera di qualche tempo fa.Una moto intravista al di là di quella traversa a me familiare, prima curva a destra verso vie più volte percorse e che, ancora oggi, echeggiano delle risate di noi adolescenti spensierati e innamorati della vita.Il primo incontro, il primo sguardo, le prime parole tra sconosciuti, il saluto sempre più confidenziale, il primo bacio. Siamo ancora qui dopo aver attraversato mari in tempesta, dopo aver vissuto attimi di incoscienza lunghi anni interi, dopo aver scalato montagne inaccessibili e aver raggiunto vette, sempre troppo faticose.Percorsi bagnati da lacrime di dolore e rabbia, inframmezzati da propositi di vendetta che, con l’arrivo dell’età matura, sono diventati esperienza di vita.Le lacrime di oggi hanno un sapore diverso, non più ostile, il suono di quel dolore è stato spento per sempre e la vendetta l’ho delegata alla vita e ai suoi misteriosi eventi.Siamo ancora qui, non so per quanto, forse per un attimo ancora o forse per sempre. Il quotidiano spesso nemico mi ha accompagnata fino ad oggi. Il cammino del tempo mi ha investita, regalandomi i primi capelli bianchi ma, nonostante le burrasche e la solitudine da dover vivere e spiegare ad un bambino, il mio, sono qui, grata alla vita che mi ha donato l’energia per non mollare. La stessa vita che oggi mi chiede di tirar fuori dall’abisso colui che in questi anni, dietro le mie lacrime, si è illuso di comprare la felicità.
Ho visto il fuoco divampare sulle acque, in tetri fiumi sotterranei. Ho sentito il pianto di un bambino puro, divenire le urla della bestia. Ho danzato tra le ombre della notte, dissolvendomi in nebbie chiare. Ho pianto contorcendomi sotto i raggi della luna, circondato da esseri ululanti. Ho dimenticato il mio nome tra sabbie rosse, brancolando nello oblio. Ho assaporato nauseabondi nettari veleniferi, dalle labbra di contorti serpenti. Ho ascoltato canti in pozzi dalle molte zanne, scuotermi i sensi. Ho socchiuso i miei occhi in antri oscuri, abbandonato ad antichi silenzi.