Francesco Corallo – Paradiso & Inferno
Per apprezzare il paradiso, prima bisogna passare dall’inferno.
Per apprezzare il paradiso, prima bisogna passare dall’inferno.
Solo nel mio letto,stringo il vuoto fra le braccia.Tu non ci sei… ma ci sei!Siamo lontani… ma la tua presenza è in me.Caro dolce angelo,sei una voce che ascolto nel silenzio,sei un viso nel mio cuore,i tuoi baci i tuoi abbracci,sono catene che non si spezzano.Il tuo sorriso porterà in me il sereno e… in attesa… mi addormento.
Quando siamo bambini l’inferno non è altro che il nome del diavolo sulla bocca dei nostri genitori. Poi questa nozione si complica, e allora ci rigiriamo nel letto nelle interminabili notti dell’adolescenza, cercando di spegnere le fiamme che ci bruciano, le fiamme dell’immaginazione. Più tardi, quando non ci guardiamo più allo specchio perché i nostri volti cominciano ad assomigliare a quello del diavolo, la nozione dell’inferno si trasforma in un piumone intellettuale e allora, per sottrarci a tanta angoscia, ci mettiamo a descriverlo. Giunti alla vecchiaia l’inferno è così alla portata di mano che l’accettiamo come un male necessario e lasciamo persino scorgere la nostra ansia di patirlo. Ancora più tardi, e adesso sì che siamo tra le sue fiamme, mentre bruciamo cominciamo a intuire che forse potremmo acclimatarci. Passati mille anni un diavolo ci chiede, con aria di circostanza, se soffriamo ancora; gli rispondiamo che l’abitudine ha una parte ben maggiore della sofferenza. Alla fine arriva il giorno in cui potremmo abbandonare l’inferno, ma rifiutiamo fermamente tale offerta. Chi rinuncia infatti a una cara abitudine?
Ogni tanto bisognerebbe mettere un punto. Dire basta; Ora prendo le mie decisioni con la consapevolezza della vita e di me stessa. E voglio che la realtà si adatti ai sogni. Non voglio che i sogni si adattino a questa realtà così distorta. Ora è tempo di dire basta.
Per ora tanto buio. Oltre, un’immensa luce.
Non c’è buio né cecità al di là della fisicità. L’anima, una volta libera dalle schiavitù materiali, finalmente capirà che l’oscurità non è niente più di un velo immaginario creato dalla sua ignoranza e povertà di spirito.
In paradiso per ognuno di noi, buoni o cattivi, chi ha dato meno o chi ha dato di più, non ci saranno posti di prima classe. Che tristezza!