Francesco Nitti – Tristezza
Ci siamo dimenticati tutto. Anche come si piange.
Ci siamo dimenticati tutto. Anche come si piange.
Non c’è dolore più grande che quello di arrivare a odiare la persona amata.
Io non so se la neve ha ancora voglia di cadere con la levità dei suoi fiocchi, so però che tu hai bisogno del sole per scaldare il freddo che ti porti nel cuore.
La tristezza nasce nel cuore per diversi motivi, non si deve mai giudicare dalle apparenze né generalizzare su nessuno, è necessario conoscere la vita di ogni persona triste per capirla; soltanto le lacrime versate nella solitudine conoscono il perché dell’anima che le libera e solo Dio può raccoglierle e asciugarle.
Dopo ogni sofferenza non è vero che si diventa più duri, più forti, più cinici. Tutt’altro, ad ogni nuovo colpo, facciamo sempre più nostra una fragilità che spaventa. Spaventa noi, certo. Ma in primis terrorizza gli altri. E la gente è risaputo, non ama faticare. La gente non sa impegnarsi per amare qualcosa che è andato in pezzi già un milione di volte.
Un po’ tutti dovrebbero vivere la solitudine: per capire cosa si prova ed evitare di farla provare.
Si può essere tristi per l’egoismo di un altro.L’egoismo non passa, ma la tristezza si, se noi non siamo altrettanto egoisti con noi stessi.