Francesco Saudino – Sogno
Se solo potessi chiedere ai miei sogni d’abbracciare un po’ di realtà.
Se solo potessi chiedere ai miei sogni d’abbracciare un po’ di realtà.
E continuerò a cercare un dolce pensiero per illuminare i nostri sogni.
I sogni appartengono a coloro che sperano.
Tu eri rapido, Morar, come un capriolo sulla roccia, terribile come una fiamma notturna nel cielo. La tua collera era una tempesta, la tua spada nella battaglia, un lampo sulla landa. La tua voce sembrava il torrente dopo la pioggia, il tuono grondante tra le montagne. Molti caddero sotto il tuo braccio; la fiamma della sua ira li consumò. Ma quando tu ritornavi dal combattimento, com’era calma la tua fronte! Il tuo viso era come il sole dopo la tempesta, come la luna nella notte silenziosa; il tuo seno era tranquillo come il lago quando è cessato il rumore del vento.
La notte è lunga solo per chi non sa sognare.
Fu un sogno iniziato nella notte. Un sospiro che giunse da un’altra vita. Fu silenzio e paura. Fu tutto ciò che l’amore seppe regalarmi.
Amo chi sogna l’impossibile…