Francis Scott Fitzgerald – Uomini & Donne
Conobbe presto le donne, e siccome lo viziavano lui cominciò a disprezzarle, le vergini perché erano ignoranti, le altre perché erano isteriche per cose che nel suo egoismo predominante dava per scontate.
Conobbe presto le donne, e siccome lo viziavano lui cominciò a disprezzarle, le vergini perché erano ignoranti, le altre perché erano isteriche per cose che nel suo egoismo predominante dava per scontate.
Ci domandiamo che cosa daremo alla luce. Cosa uscirà dal travaglio? Un prematuro? Due prematuri? Tre aborti? Non importa. Bisogna continuare. Bisogna partorire se stessi. Abbiamo un appuntamento con uno sconosciuto lontano, il pittore che è in noi. A quarant’anni il bebè è nato. Per alcuni è una grande sorpresa, è un gigante. Per altri è gradevole, è vivo. Per altri ancora è drammatico, è un nato morto è un piccolo cadavere che si ritrovano tra le mani e che rende vani tutti gli anni di fatica.
Gli uomini non rispondono alle parole. Rispondono al non contatto.
Chi conosce gli uomini sa che il rimpianto di non aver commesso una cattiva azione redditizia è molto più comune del rimorso.
Ricordo la prima volta che l’ho vista, era così dannatamente bella, con quella sua camminata sicura appariva invincibile, il suo sguardo era alto e fiero. E ora, che è qui tra le mie braccia la sento così delicata, così fragile, come se il compito di proteggerla fosse mio, mio soltanto.
Lui aveva detto proprio quello che il suo cuore voleva sentire e che la sua ragione temeva.
Quando non trovi i termini giusti, allarga le braccia e stringila a te, tutte le parole che occorrono sono incastrate in un abbraccio, in una grammatica senza regole, solo significati.