Francisco de Quevedo (Francisco Gómez de Quevedo y Villegas) – Cucina
Il ricco mangia, il povero si nutre.
Il ricco mangia, il povero si nutre.
E io restavo senza parola, perché capivo che la cucina era il solo luogo di tutta la casa in cui quella donna veramente vivesse, e il resto, le stanze adorne e continuamente spazzolate e incerate erano una specie di opera d’arte in cui lei riversava tutti i suoi sogni di bellezza, e per coltivare la perfezione di quelle stanze si condannava a non viverci, a non entrarci mai come padrona ma solo come donna di fatica, e il resto della giornata a passarlo nell’unto e nella polvere.
La vita sarebbe piacevole se l’uomo avesse padronanza della calma.
Oggi cucina lui, buon pranzo mondo. Io nell’attesa assaporo con gli occhi ciò che la bocca gusterà.
Ho passato giorni guardando immagini di animali torturati per dispensare cibo al genere umano. Non ho la nausea. Non ho provato tristezza nel vedere i loro corpi torturati, mutilati, massacrati, macellati. Sono davvero insensibile a tutto questo? Mi domando che peso do alla vita. Probabilmente sono stufo di pensare alla felicità, alla pace e alla spensieratezza perché le illusioni annegano l’animo e preferisco nascondermi tra la perfidia e l’orrore, tra la crudeltà e la cattiveria, tra l’ingiustizia e la negazione.
Se il padroneal contadino non vuol far saperequant’è buono il formaggio con le pere…non ha capitoche in cantina tra le botti piene di mostoil buon uomo ha ben nascostoil salame con il pane appena cotto!Chi è il più furbo dei due?
La tentazione è tutto ciò che stuzzica la fame.