Francisco Junior Bautista – Stati d’Animo
E mi domando come posso fare a chiamare passato, ciò che è ancora presente.
E mi domando come posso fare a chiamare passato, ciò che è ancora presente.
Io resto qui, ti guardo e penso a quello che è stato tra me e te. Il mio pensiero in te va via, ma resterà sempre con me, il ricordo mi tormenta ora che non sei più qui con me e stai per andar via, ma io ci crederò fino alla fine e sarò li ad aspettarti.
Una stella può brillare più delle altre, ma non potrà mai oscurare la luna.
Questo mio bisogno, essenza della miseria, che mi fa afferrare tutto per negare l’inconsistenza del niente, mi lascia disordinata di inutilità che non somiglia, neppure lontanamente, all’essenza del mio desiderare di cui sono scarna e priva. Mille presenze moriture non mi fanno un’unica vita, né addosso, né dentro e mi copro, sopra e di lato, di suppletivi insensati, racimolando sensazioni in luogo d’emozioni.
La nobiltà d’animo è il rispetto verso il cuore e i sentimenti degli altri, che vivono, respirano, gioiscono e soffrono come te.
Capita, nel trambusto delle varie manchevolezze che tormentano andamenti di vita, di scoprire un filo d’oro che poi si anima ricamando nell’indefinito orizzonte del pensiero la parola felicità.
In ogni risveglio esiste sempre un qualcosa di cui meravigliarsi, è forse la vita bella? Forse o forse è solo bello il risveglio sperando che oggi sia bello!