Franco Pancaldi – Stati d’Animo
Non può esistere né rimpianto né speranza per chi ha deciso di essere parte di un’altra vita.
Non può esistere né rimpianto né speranza per chi ha deciso di essere parte di un’altra vita.
Ho proprio un’imponente reazione allergica alla falsità, alle bugie per lo più gratuite, alle persone piene di sé che non sono poi nessuno, all’arroganza, alla superbia e a qualsiasi forma ci vittimismo. Se la vita non piace per quello che è muovete il culo e cambiatela. Vicino a me voglio persone brillanti, che sappiano gioire per le piccole cose, che capiscano il mio disagio dietro a un sorriso che su di me non manca mai. Persone che sappiano sorprendermi, sempre, che sappiano mantenere il buonumore nonostante le avversità che la vita ci obbliga ad affrontare. E soprattutto che tengano la loro mano nella mia, per camminare insieme e sfidare il mondo.
Amo l’eleganza ma non quella degli abiti e delle scarpe, ma quella dei gesti e dei modi di fare. Amo la classe, ma non quella del camminare a quindici cm da terra, ma quella che si nasconde nel modo di parlare e di porsi. Amo la semplicità delle persone, quella che si nasconde dietro ogni minimo particolare, ben curato ma non lucidato di falso oro. Quella che non tanto si vede ma che si sente quando la sfiori e che ti resta dentro quando la lasci.
Poter scegliere è senza dubbio un modo di preservare l’istinto di comprendere appieno chi volere…
So di aceto e limone, pungente sulla lingua, brucio sulla pelle. Aspra! Chi non sa diluirmi con la vaniglia dice di me che sono acre. Io mi preoccupo di non essere amara, nonostante i fumi delle pozioni tossiche inalate. Ricordo flebo di veleni somministrarti endovena, sottocute che creavano strati di rancore tra il cuoio e le arterie. E sono scappata nella notte, alzata da quel letto di droghe e soporiferi letali, rintanata come animale impaurito negli antri di boschi solitari e nebbiosi, tra le belve sanguinarie, aspettando l’alba sotto alberi spogli e durante piogge incessanti. Grondante e trafelata. La mia forza mi ha portata a bordo strada, non voglio passaggi da nessuno io, ma camminare sull’asfalto è assai diverso che camminare tra roghi e sterpaglie.
Fulmini, vento, tuoni e pioggia. No, non osservo il mondo fuori dalla mia finestra, mi affacciavo un attimo dentro di me, attendendo la neve a ovattarmi la vita.
Tutti a far vanto delle grandi cose come a calibrare e misurare volumi e capienze dell’enorme sotto il segno dello smisurato. Declino. Coltivo piccole cose che mi preoccupo di far stare in un pugno così d’aver la sensazione di non stringere solo mosche e portarmi sempre il mio mondo dietro.